lunedì 25 agosto 2008

Perchè, il viaggio...

(foto Tina Kriss - New York City 07/2008)

Sto tornando sulla terra dopo alcune settimane di assenza, in un certo modo c'ero, ma diversamente dal solito la mia mente ha perso il contatto con la realtà, allegramente.
Non ne sono spaventata anzi, ne sono felice, da tempo non prendevo le cose con tanta e tale leggerezza e nemmeno mi ricordavo più che fosse possibile farlo.
Devo però tornare ma, accidenti, non so da dove incominciare.
Penso al giorno del matrimonio, preceduto da quasi tre anni intensi e sofferti. Essere giunti a questa scelta è stato splendido, nel nostro caso (passo al plurale) una scelta inevitabile, naturale. Sarebbe stato impensabile non decidere in tal modo, il tempo, gli eventi, lo sviluppo del nostro rapporto hanno deciso per noi. Finalmente una scelta importante che si è presentata con leggerezza, come se fosse lei a cercarci e non noi a bramare lo sperato lieto fine.
Penso al viaggio, una luna di miele certo ma, un'occasione per uscire dalla vita per rientrarci con maggiore forza, due gioie che ci hanno (ancora plurale) reso più energie di quelle che avevamo spese, perché il matrimonio è stato un viaggio della mente così come lo è stata la vacanza negli Stati Uniti. Non penso sia possibile viaggiare solo fisicamente. Posso essere ovunque ma da nessuna parte. Devo sentire ciò che vedo, ciò che incontro e così è stato, come era già successo, come non succedeva da tempo. Ecco perché ha senso fare delle scelte, ecco perché il viaggiare è prezioso. Quando cambiando mi ritrovo, quando allontanandomi mi riscopro. Quindi c'ero, ma come accade raramente la sensazione è più forte del ricordo.
Un gran bel sentire!

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